Storie di Neapolis
English-speaking guests please visit the English version of this blog (in preparation)
Presentation Pages
Benvenuti!Una parola di presentazione su questo blog |
| |
Attenzione!Nota per gli studenti d'ogni ordine e grado |
lunedì 20 luglio 2015
Gli Ozi di Capua - secondo Polibio
La settimana scorsa abbiamo finito di raccogliere le idee sull'attendibilità di Tito Livio quando ci narra degli Ozi di Capua, e siamo giunti alla conclusione che possiamo probabilmente considerare l'episodio come inventato di sana pianta dalla propaganda romana.
Quello che manca per esser certi di una simile affermazione è magari una testimonianza dall'altro punto di vista, quello cartaginese, ma sappiamo come andò a finire…
Sul promontorio di Hera Lacinia, nei pressi di Kroton, anticamente esisteva un tempio dedicato per l'appunto a Giunone, e che era molto venerato da tutti i popoli dell'antichità. Lasciando l'Italia per correre in soccorso della sua Cartagine, ormai minacciata dall'esercito romano guidato da Scipione, Annibale lasciò nel tempio qualcosa di immensamente prezioso: il diario della sua avventura in Italia inciso su di una colonna.
Quello che manca per esser certi di una simile affermazione è magari una testimonianza dall'altro punto di vista, quello cartaginese, ma sappiamo come andò a finire…
Sul promontorio di Hera Lacinia, nei pressi di Kroton, anticamente esisteva un tempio dedicato per l'appunto a Giunone, e che era molto venerato da tutti i popoli dell'antichità. Lasciando l'Italia per correre in soccorso della sua Cartagine, ormai minacciata dall'esercito romano guidato da Scipione, Annibale lasciò nel tempio qualcosa di immensamente prezioso: il diario della sua avventura in Italia inciso su di una colonna.
Parole chiave:
Annibale,
Bibliografia,
Capua,
Critica,
Cultura,
Kapu,
Ozi,
Racconti della Caduta,
Roma,
Storia
Località:
Capua CE, Italy
mercoledì 15 luglio 2015
Gli Ozi di Capua: dopo Capua
La settimana scorsa abbiamo cominciato col mettere in dubbio le parole di Livio a proposito dei famosi Ozi di Capua, e abbiamo trovato nelle pagine dello stesso autore episodi che ci parlano di un Annibale incapace di prendere con le sole armi cittadine di modesta entità anche prima della sua permanenza a Capua. In questo post cercheremo di vedere cosa accadde dopo i famigerati Ozi.
Quando il tempo si fece più mite, Annibale guidò il suo esercito fuori dei quartieri d'inverno e marciò nuovamente su Casilinum.[Tito Livio, Ab Urbe Condita, XXIII, 19]
Località:
Capua CE, Italy
lunedì 6 luglio 2015
Gli Ozi di Capua: prima di Capua
Ho promesso da diverso tempo di dedicare un post a un famoso episodio della Seconda Guerra Punica noto come gli Ozi di Capua, dunque è il momento di mantenere la promessa.
Il mio interesse per l'episodio è nato dal confronto tra le diverse fonti che ci hanno narrato il conflitto, anche se il solo racconto di Livio basta a suscitare notevoli perplessità. Odio farmi perplimere, dunque cerchiamo di vedere quali erano i miei dubbi, e quali sono le conclusioni che ho tratto.
Dopo Canne, Annibale viene raggiunto dagli emissari di Capua (deduciamo che Vibio Virrio fosse tra essi, come abbiamo visto in questo post), per siglare un'alleanza. Data la ricchezza della città Campana, quello era il più grosso ribaltamento diplomatico che il Cartaginese avesse ottenuto fino al momento, certamente tra i più grossi sperati, dunque si recò a Capua con l'esercito.
Il mio interesse per l'episodio è nato dal confronto tra le diverse fonti che ci hanno narrato il conflitto, anche se il solo racconto di Livio basta a suscitare notevoli perplessità. Odio farmi perplimere, dunque cerchiamo di vedere quali erano i miei dubbi, e quali sono le conclusioni che ho tratto.
Dopo Canne, Annibale viene raggiunto dagli emissari di Capua (deduciamo che Vibio Virrio fosse tra essi, come abbiamo visto in questo post), per siglare un'alleanza. Data la ricchezza della città Campana, quello era il più grosso ribaltamento diplomatico che il Cartaginese avesse ottenuto fino al momento, certamente tra i più grossi sperati, dunque si recò a Capua con l'esercito.
Parole chiave:
Annibale,
Capua,
Critica,
Kapu,
Racconti della Caduta
Località:
Capua CE, Italy
lunedì 29 giugno 2015
Il tradimento di Capua (parte IV - Guerra in Campania)
Nell'ultimo post abbiamo raccolto indizi dell'enormità del tradimento campano: i notabili di Capua tentarono addirittura di approfittare dei rovesci di fortuna di Roma per ottenere che almeno un console fosse un campano.
Per quanto altisonante, ogni notizia va attentamente vagliata affinché una semplice diceria, spesso originata dalla propaganda del vincitore, non divenga ciò che non è, non assuma il rango di verità.
Dubitiamo, dunque, di quanto abbiamo narrato fin qui, e vediamo cosa accadde all'indomani del tradimento di Capua. Come si comportò questa città, suppostamente affrancata dall'arrogante dominio di Roma? L'obiettivo è valutare la consistenza delle accuse mosse dalle fonti filoromane partendo da altri eventi, dimodoché sia possibile cogliere un quadro d'insieme coerente o meno. Tralascerò per il momento ogni menzione dei famosi ozi che, come già promesso, tratterò in un prossimo post.
Cominciamo col dire che l'inverno del 216 a.C. Annibale lo trascorse coi suoi uomini a Capua o nei pressi, e uscì dalla città prima che giungesse la primavera del 215.
Per quanto altisonante, ogni notizia va attentamente vagliata affinché una semplice diceria, spesso originata dalla propaganda del vincitore, non divenga ciò che non è, non assuma il rango di verità.
Dubitiamo, dunque, di quanto abbiamo narrato fin qui, e vediamo cosa accadde all'indomani del tradimento di Capua. Come si comportò questa città, suppostamente affrancata dall'arrogante dominio di Roma? L'obiettivo è valutare la consistenza delle accuse mosse dalle fonti filoromane partendo da altri eventi, dimodoché sia possibile cogliere un quadro d'insieme coerente o meno. Tralascerò per il momento ogni menzione dei famosi ozi che, come già promesso, tratterò in un prossimo post.
Cominciamo col dire che l'inverno del 216 a.C. Annibale lo trascorse coi suoi uomini a Capua o nei pressi, e uscì dalla città prima che giungesse la primavera del 215.
Parole chiave:
Annibale,
Bibliografia,
Campania,
Capua,
Cerrino,
Cultura,
Kerrino,
Personaggi,
Racconti della Caduta,
Roma,
Storia,
Taurea,
Vibellio
Località:
Capua CE, Italy
lunedì 22 giugno 2015
Il tradimento di Capua (parte III - L'esecuzione)
Terza parte di questa serie di post “complottisti” e senza immagini.
Sembra davvero incredibile che non si riescano a trovare fonti iconografiche relative agli eventi che sto riportando, ma ciò dovrebbe far riflettere sul fatto che questi sono così scarsamente considerati. Dubito che essi siano poco noti, perché le fonti letterarie sono della massima rilevanza, credo però che il punto di vista da me scelto, quello dei popoli campani, sia stato trascurato perché l'epopea di Capua è stata del tutto trascurata accanto alla grande guerra tra Roma e Cartagine.
Se vogliamo, lo stesso accade con la presa di Siracusa e la ri-presa di Taranto, contemporanee a questi eventi, ma quanti sanno collocarle esattamente nello schema più grande della Seconda Guerra Punica?
Ciò detto, riallacciandoci ai post precedenti, dopo aver mostrato che possiamo trascurare una chiave di lettura anti-imperialista del tradimento campano, abbiamo raccolto una serie di elementi che dimostrano tutta la cattiva fede di Capua nei confronti di Roma.
Sembra davvero incredibile che non si riescano a trovare fonti iconografiche relative agli eventi che sto riportando, ma ciò dovrebbe far riflettere sul fatto che questi sono così scarsamente considerati. Dubito che essi siano poco noti, perché le fonti letterarie sono della massima rilevanza, credo però che il punto di vista da me scelto, quello dei popoli campani, sia stato trascurato perché l'epopea di Capua è stata del tutto trascurata accanto alla grande guerra tra Roma e Cartagine.
Se vogliamo, lo stesso accade con la presa di Siracusa e la ri-presa di Taranto, contemporanee a questi eventi, ma quanti sanno collocarle esattamente nello schema più grande della Seconda Guerra Punica?
Ciò detto, riallacciandoci ai post precedenti, dopo aver mostrato che possiamo trascurare una chiave di lettura anti-imperialista del tradimento campano, abbiamo raccolto una serie di elementi che dimostrano tutta la cattiva fede di Capua nei confronti di Roma.
Parole chiave:
Annibale,
Bibliografia,
Campania,
Capua,
Cerrino,
Cultura,
Kapu,
Kerrino,
Personaggi,
Racconti della Caduta,
Roma,
Storia,
Taurea,
Vibellio
Località:
Capua CE, Italy
lunedì 15 giugno 2015
Il tradimento di Capua (parte II - Il progetto)
Innanzi tutto, devo attribuire la scarsezza di immagini di questi post alla mancanza di fonti iconografiche: potrei probabilmente trovare qualche immagine per il piacere degli occhi, ma preferisco inserirle se davvero aggiungono qualcosa alla discorso svolto nel post.
Nello scorso post ho cominciato a dissipare quelle che possono essere le tradizionali accuse rivolte a Roma per giustificare la rivolta di Capua durante la Seconda Guerra Punica. Se dunque la responsabilità di un simile atto non può essere addossata all'Urbe, cosa ci rimane?
Per formazione, sono una persona che non rifugge dalle proprie responsabilità, e invito tutti i nazionalisti sfegatati, gli ultras del territorio, a fare lo stesso e a seguire questi post perché, ancora una volta, vedremo che sono più di duemila anni che le persone di potere della nostra terra si comportano sempre alla stessa maniera.
So bene che le fonti alle quali attingo sono ovviamente di parte e filoromane, ma vedremo che la storia da esse riportata ha quella coerenza che è tipica della realtà, e non quella eccezionalità che è invece delle versioni ex post.
Conosceremo i nomi di diversi Capuani del tempo, a sottolineare che non possiamo neanche additare le colpe di questo misfatto a una sola persona, ma il principale artefice del tradimento a Roma viene individuato in Pacuvio Calavio. Di lui, Livio ne fa un ritratto con luci e ombre:
Nello scorso post ho cominciato a dissipare quelle che possono essere le tradizionali accuse rivolte a Roma per giustificare la rivolta di Capua durante la Seconda Guerra Punica. Se dunque la responsabilità di un simile atto non può essere addossata all'Urbe, cosa ci rimane?
Per formazione, sono una persona che non rifugge dalle proprie responsabilità, e invito tutti i nazionalisti sfegatati, gli ultras del territorio, a fare lo stesso e a seguire questi post perché, ancora una volta, vedremo che sono più di duemila anni che le persone di potere della nostra terra si comportano sempre alla stessa maniera.
So bene che le fonti alle quali attingo sono ovviamente di parte e filoromane, ma vedremo che la storia da esse riportata ha quella coerenza che è tipica della realtà, e non quella eccezionalità che è invece delle versioni ex post.
Conosceremo i nomi di diversi Capuani del tempo, a sottolineare che non possiamo neanche additare le colpe di questo misfatto a una sola persona, ma il principale artefice del tradimento a Roma viene individuato in Pacuvio Calavio. Di lui, Livio ne fa un ritratto con luci e ombre:
Parole chiave:
Bibliografia,
Campania,
Capua,
Cultura,
Kapu,
Personaggi,
Racconti della Caduta,
Storia,
Trama
Località:
Capua CE, Italy
lunedì 8 giugno 2015
Il tradimento di Capua (parte I)
Alle volte non si riesce a tener dietro ai propri programmi, com'è accaduto a questo post: programmato come scadenza ma privo di contenuti, giovedì è comparso con due righe e nulla più. Cari lettori, meritate di più.
Neapolis - I signori dei cavalli è un'opera su molte cose: sul ricordare l'antichità e la nobiltà della cavalleria in Campania, sull'esistenza di un popolo Campano accanto al Romano, al Sannita e al greco di Neapolis, ma è soprattutto un romanzo che mette a confronto lealtà e infedeltà.
Neapolis - I signori dei cavalli è un'opera su molte cose: sul ricordare l'antichità e la nobiltà della cavalleria in Campania, sull'esistenza di un popolo Campano accanto al Romano, al Sannita e al greco di Neapolis, ma è soprattutto un romanzo che mette a confronto lealtà e infedeltà.
Località:
Capua CE, Italy
giovedì 28 maggio 2015
Kerrino Vibellio, detto Taurea
Il post di oggi lo dedico a un personaggio del quale certamente la maggior parte di voi ha udito poco o niente, e che è stato una scoperta anche per me. Mi riferisco a quel Kerrino (con ortografia latina tramandatoci come Cerrino) Vibellio, detto Taurea, che ho già citato alcune volte e che, sono sicuro, è passato quasi del tutto inavvertito.
Che ne sappiate poco o niente, è cosa ovvia: la storia del Taurea, come quella di Hegeas, viene eclissata da nomi come Annibale, Quinto Fabio Massimo Verrucoso detto il Temporeggiatore, Marco Claudio Marcello e, su tutti, Publio Cornelio Scipione detto Africano. D'altro canto, la Seconda Guerra Punica cancellò di fatto molte nazioni (si pensi a Siracusa e a Capua), e con esse i nomi dei loro eroi: anche questo è uno dei significati del detto “la storia la scrivono i vincitori”.
Che ne sappiate poco o niente, è cosa ovvia: la storia del Taurea, come quella di Hegeas, viene eclissata da nomi come Annibale, Quinto Fabio Massimo Verrucoso detto il Temporeggiatore, Marco Claudio Marcello e, su tutti, Publio Cornelio Scipione detto Africano. D'altro canto, la Seconda Guerra Punica cancellò di fatto molte nazioni (si pensi a Siracusa e a Capua), e con esse i nomi dei loro eroi: anche questo è uno dei significati del detto “la storia la scrivono i vincitori”.
Parole chiave:
Capua,
Cerrino,
Kapu,
Kerrino,
Personaggi,
Quinto Fabio Massimo,
Racconti della Caduta,
Storia,
Taurea,
Vibellio
Località:
Capua CE, Italy
giovedì 21 maggio 2015
La Mater Matuta
Giacché nell'ultimo post ho abbordato alcuni aspetti della religione a Cartagine, questa settimana mi pare coerente proseguire sul tema parlando di una particolare divinità italica e campana: la Mater Matuta.
Poche divinità, credo, possono esemplificare meglio come la memoria umana sia labile, perché la mater matuta era tanto venerata al suo tempo quanto è misteriosa oggi.
Che fosse molto venerata ai tempi della Roma repubblicana lo sappiamo dall'enorme quantità di reperti diffusa in tutta la penisola italiana, e tutti raffiguranti lo stesso soggetto: una matrona seduta su di un trono, che regge in grembo, appoggiati alle braccia, diversi neonati in fasce.
Il soggetto è forse diffuso in tutt'Italia, ma per avere un'idea della profonda devozione che si nutriva per questa dea bisogna recarsi presso il Museo Archeologico Campano di Capua, che ha dedicato a questa figura ben cinque sale del suo spazio espositivo.
Poche divinità, credo, possono esemplificare meglio come la memoria umana sia labile, perché la mater matuta era tanto venerata al suo tempo quanto è misteriosa oggi.
Che fosse molto venerata ai tempi della Roma repubblicana lo sappiamo dall'enorme quantità di reperti diffusa in tutta la penisola italiana, e tutti raffiguranti lo stesso soggetto: una matrona seduta su di un trono, che regge in grembo, appoggiati alle braccia, diversi neonati in fasce.
Il soggetto è forse diffuso in tutt'Italia, ma per avere un'idea della profonda devozione che si nutriva per questa dea bisogna recarsi presso il Museo Archeologico Campano di Capua, che ha dedicato a questa figura ben cinque sale del suo spazio espositivo.
Parole chiave:
Campania,
Capua,
Collegamenti,
Costumi,
Cultura,
Luoghi,
Mater Matuta,
Mitologia,
Personaggi,
religione
Località:
Capua CE, Italy
giovedì 14 maggio 2015
Quel "Baal" nel nome di Annibale
Questo è un post telefonato.
Qualche tempo fa ho ricevuto un'e-mail da un amico di vecchia data (ciao, Fabio!), nella quale mi chiedeva se, nel nuovo romanzo, avevo indagato l'aspetto religioso in Annibale e nei cartaginesi, e tutto ciò che ne deriva.
Ovviamente, la risposta è sì: come potevo dare personalità ai miei personaggi senza cercare di immedesimarmi in essi e valutare ogni aspetto delle loro vite? Ma siccome il romanzo non è un trattato di religione comparata, l'aspetto religioso può entrarci solo se il personaggio lo vive.
Nondimeno, il discorso è interessante per molti motivi, dunque ecco un post dedicato al sentimento religioso dei cartaginesi (e a Fabio, il mio amico, naturalmente).
Qualche tempo fa ho ricevuto un'e-mail da un amico di vecchia data (ciao, Fabio!), nella quale mi chiedeva se, nel nuovo romanzo, avevo indagato l'aspetto religioso in Annibale e nei cartaginesi, e tutto ciò che ne deriva.
Ovviamente, la risposta è sì: come potevo dare personalità ai miei personaggi senza cercare di immedesimarmi in essi e valutare ogni aspetto delle loro vite? Ma siccome il romanzo non è un trattato di religione comparata, l'aspetto religioso può entrarci solo se il personaggio lo vive.
Nondimeno, il discorso è interessante per molti motivi, dunque ecco un post dedicato al sentimento religioso dei cartaginesi (e a Fabio, il mio amico, naturalmente).
Parole chiave:
Annibale,
Cartagine,
Costumi,
Cultura,
I Signori dei Cavalli,
Mitologia,
Personaggi,
Quinto Fabio Massimo,
religione,
Roma,
Storia,
Temporeggiatore
Località:
Capua CE, Italy
giovedì 7 maggio 2015
La guerra di Annibale (III parte) - I prigionieri
Negli ultimi due post abbiamo prima sfatato il mito di un Annibale dotato di tutti i tratti di un nemico crudele ed esperto nella sola arte della guerra (praticamente, il ritratto degli storici filoromani), poi abbiamo raccolto evidenze di un comportamento assai accorto alla diplomazia nel conflitto tra Cartagine e Roma. In quest'ultimo post rafforzeremo ulteriormente quest'aspetto raccogliendo aneddoti sul comportamento di Annibale coi prigionieri.
Le alleanze di Roma non si sarebbero scardinate solo perché Annibale vinceva grandiose battaglie: dietro le loro mura, anche piccole colonie potevano tener testa al suo esercito. Come convincere alleati così fedeli a deporre le loro armi, a terminare le loro ostilità?
Le alleanze di Roma non si sarebbero scardinate solo perché Annibale vinceva grandiose battaglie: dietro le loro mura, anche piccole colonie potevano tener testa al suo esercito. Come convincere alleati così fedeli a deporre le loro armi, a terminare le loro ostilità?
Parole chiave:
alleati,
Annibale,
Capua,
Cultura,
I Signori dei Cavalli,
Racconti della Caduta,
Storia
Località:
Capua CE, Italy
giovedì 30 aprile 2015
La guerra di Annibale (II parte) - Rompere le alleanze
La settimana scorsa abbiamo cominciato a osservare delle falle nella ricostruzione che gli storici ci hanno tramandato delle decisioni e delle motivazioni di Annibale. Un generale descritto come sanguinario, crudele, tratteggiato insomma con tutti quei caratteri che si attribuiscono al nemico cattivo ancor oggi (vedi Saddam, Osama, Gheddafi, ecc.), era mosso invece da ben altri principi, almeno per ciò che riguarda la conduzione della guerra.
Abbiamo così sfatato ogni credibilità delle testimonianze che lo volevano gratuitamente violento, e in questo post vedremo che certamente non poteva esserlo, almeno quando giunse in Italia, e per un motivo ben preciso: la strategia che aveva deciso di adottare fin dal principio.
Dopo il Trasimeno, Annibale scende verso Roma, ma non seguendo la via più diretta, bensì deviando leggermente verso Spoletium, che tenta di prendere in tutti i modi, senza successo.
Abbiamo così sfatato ogni credibilità delle testimonianze che lo volevano gratuitamente violento, e in questo post vedremo che certamente non poteva esserlo, almeno quando giunse in Italia, e per un motivo ben preciso: la strategia che aveva deciso di adottare fin dal principio.
Dopo il Trasimeno, Annibale scende verso Roma, ma non seguendo la via più diretta, bensì deviando leggermente verso Spoletium, che tenta di prendere in tutti i modi, senza successo.
Località:
Capua CE, Italy
giovedì 23 aprile 2015
La guerra di Annibale (I parte) - Il ruolo della diplomazia
Negli ultimi post abbiamo analizzato le diverse forze di cavalleria nella Seconda Guerra Punica e il loro ruolo militare: Annibale fece della cavalleria un'arma devastante per gli eserciti di Roma del tutto inadeguati ad affrontare una potenza così agile in campo aperto.
Non dobbiamo però pensare ad Annibale solo come a un grande condottiero, ma innanzi tutto come a un geniale diplomatico e politico e vedremo, nella serie di post inaugurata da questo, che ogni sforzo del Cartaginese era teso a ben altro che lo scontro frontale con Roma: l'Urbe, il Punico lo sapeva bene, non sarebbe caduta sotto i colpi di una serie di terribili e ripetute sconfitte.
Cosa dava forza a Roma? La sua rete di alleanze. Come aveva vinto Roma la Prima Guerra Punica? Componendo un ultimo esercito capace di sbarcare in Africa e sbaragliare Cartagine. Da dove arrivavano tutti quegli uomini? Oltre la metà d'essi erano socii, alleati, stretti a Roma da patti che erano l'autentica potenza dell'Urbe. Se Annibale voleva abbattere Roma, doveva smantellare questa rete di alleanze.
Non dobbiamo però pensare ad Annibale solo come a un grande condottiero, ma innanzi tutto come a un geniale diplomatico e politico e vedremo, nella serie di post inaugurata da questo, che ogni sforzo del Cartaginese era teso a ben altro che lo scontro frontale con Roma: l'Urbe, il Punico lo sapeva bene, non sarebbe caduta sotto i colpi di una serie di terribili e ripetute sconfitte.
Cosa dava forza a Roma? La sua rete di alleanze. Come aveva vinto Roma la Prima Guerra Punica? Componendo un ultimo esercito capace di sbarcare in Africa e sbaragliare Cartagine. Da dove arrivavano tutti quegli uomini? Oltre la metà d'essi erano socii, alleati, stretti a Roma da patti che erano l'autentica potenza dell'Urbe. Se Annibale voleva abbattere Roma, doveva smantellare questa rete di alleanze.
Località:
Capua CE, Italy
sabato 18 aprile 2015
Quanti I signori dei cavalli?
Il titolo che ho scelto per la mia seconda opera si presterà a un'infinità di interpretazioni.
“Signori dei cavalli”, cavallerizzi dall'abilità prodigiosa, erano certamente i Numidi, che Annibale portò con sé dal nordafrica.
“Signori dei cavalli”, ma di altro tenore, erano Marco Minucio Rufo, magister equitum di Quinto Fabio Massimo Verrucoso, detto il Temporeggiatore, e Tiberio Sempronio Gracco; “signore dei cavalli” era quel Mancino, luogotenente di Minucio Rufo, che tentò di affrontare da solo i Numidi mentre devastavano la Campania nel 217 a.C. e rimase ucciso nel tentativo, e il tal Claudio Asello, il più abile cavaliere romano.
“Signori dei cavalli”, cavallerizzi dall'abilità prodigiosa, erano certamente i Numidi, che Annibale portò con sé dal nordafrica.
“Signori dei cavalli”, ma di altro tenore, erano Marco Minucio Rufo, magister equitum di Quinto Fabio Massimo Verrucoso, detto il Temporeggiatore, e Tiberio Sempronio Gracco; “signore dei cavalli” era quel Mancino, luogotenente di Minucio Rufo, che tentò di affrontare da solo i Numidi mentre devastavano la Campania nel 217 a.C. e rimase ucciso nel tentativo, e il tal Claudio Asello, il più abile cavaliere romano.
Parole chiave:
Annibale,
Hegeas,
I Signori dei Cavalli,
Numidi,
Personaggi,
Quinto Fabio Massimo,
Racconti della Caduta,
Temporeggiatore
Località:
Capua CE, Italy
mercoledì 15 aprile 2015
Il ruolo strategico della cavalleria nella Seconda Guerra Punica
Nei post passati abbiamo cercato di valutare la qualità delle forze di cavalleria durante il conflitto librato da Annibale contro Roma. Ma perché Annibale decise di usare la cavalleria contro Roma? E la sua scelta era fondata e si rivelò vincente?
Come abbiamo visto soprattutto nel post sulla cavalleria numidica, la risposta alla prima domanda è scontata: non è la cavalleria in sé che Annibale cercava, ma un'arma dotata di rapidità e forza sufficienti a scompaginare e sbaragliare la fanteria di Roma. I numidi erano rapidi quanto basta, Annibale ne prese con sé un numero sufficiente per dotare il proprio esercito di quella potenza d'impatto che egli riteneva necessaria.
Alcuni dei presupposti sui quali egli fondò la sua scelta erano però sbagliati: c'era un motivo per il quale i Romani non avevano ancora sviluppato una forza di cavalleria degna dei reparti di fanteria, ed era l'orografia della penisola italiana.
Come abbiamo visto soprattutto nel post sulla cavalleria numidica, la risposta alla prima domanda è scontata: non è la cavalleria in sé che Annibale cercava, ma un'arma dotata di rapidità e forza sufficienti a scompaginare e sbaragliare la fanteria di Roma. I numidi erano rapidi quanto basta, Annibale ne prese con sé un numero sufficiente per dotare il proprio esercito di quella potenza d'impatto che egli riteneva necessaria.
Alcuni dei presupposti sui quali egli fondò la sua scelta erano però sbagliati: c'era un motivo per il quale i Romani non avevano ancora sviluppato una forza di cavalleria degna dei reparti di fanteria, ed era l'orografia della penisola italiana.
Parole chiave:
Annibale,
Bibliografia,
Campania,
cavalleria,
Critica,
Cultura,
I Signori dei Cavalli,
Personaggi,
Storia,
Trama
Località:
Capua CE, Italy
sabato 11 aprile 2015
La cavalleria campana
Per molti sarà forse una sorpresa, ma in questa ridda di nomi altisonanti che abbiamo scambiato negli ultimi post (greci, romani, cartaginesi, numidi), trova la propria giusta collocazione un popolo del quale la storia così come ci viene insegnata sembra dimenticare quasi tutto: i Campani.
Quando ho affrontato la stesura de I signori dei cavalli, credevo che la morte di Hegeas avrebbe chiuso la vicenda: è un momento clou, alto, dove lo spirito di sacrificio splende in gloria, e il resto delle annibaliche vicende può sfumare nel sozzo sgozzume di una guerra.
Nessun'opera finisce però di punto in bianco, ed è proprio subito dopo il tentato assalto a Neapolis che invece cominciava la vicenda che fa da contraltare alla dimostrazione di lealtà di Neapolis: il tradimento di Capua.
Quando ho affrontato la stesura de I signori dei cavalli, credevo che la morte di Hegeas avrebbe chiuso la vicenda: è un momento clou, alto, dove lo spirito di sacrificio splende in gloria, e il resto delle annibaliche vicende può sfumare nel sozzo sgozzume di una guerra.
Nessun'opera finisce però di punto in bianco, ed è proprio subito dopo il tentato assalto a Neapolis che invece cominciava la vicenda che fa da contraltare alla dimostrazione di lealtà di Neapolis: il tradimento di Capua.
Parole chiave:
alleati,
Annibale,
Bibliografia,
Campania,
Capua,
cavalleria,
Cultura,
Luoghi,
Racconti della Caduta,
Roma,
Storia
Località:
Capua CE, Italy
mercoledì 8 aprile 2015
La cavalleria numidica di Annibale
Non si può parlare della cavalleria romana e denigrarla, per scarsa che fosse la sua consistenza e la sua capacità militare, senza confrontarla con il suo contendente principale, la vera forza con la quale Annibale tenne in scacco le forze di Roma per ben vent'anni: la cavalleria numidica.
Annibale fu un grande generale, certamente studiò bene il suo avversario prima di affrontare la pazza avventura in italia, e individuò tutte le debolezze e i punti forti della potenza romana. Sfruttare le prime e scardinare i secondi fu il suo tentativo, e non fu del tutto colpa sua se non riuscì a condurre a compimento le sue intenzioni.
Ma dedicheremo un altro post a studiare in dettaglio la strategia Annibalica. Oggi ci limiteremo ad analizzare l'arma che diede ad Annibale la supremazia militare per molti anni sui campi di battaglia, e che fece tremare Roma: la cavalleria numidica.
Con la fuga da Tiro nell'VIII sec. a.C. e la fondazione di Cartagine, i futuri dominatori del Mediterraneo si erano isolati in un territorio del quale sapevano solo ciò che i loro traffici avevano permesso di conoscere. I nuovi vicini sarebbero stati amichevoli? Ostili? Dalla loro avevano l'abilità mercantile, il numero era contro di loro.
Non fa meraviglia, dunque, se l'esercito cartaginese fosse tradizionalmente un esercito composto in gran parte da mercenari che sopperivano per denaro alle necessità difensive della città. Tra questi vicini, i numidi erano massimamente versati nella cavalleria.
Annibale fu un grande generale, certamente studiò bene il suo avversario prima di affrontare la pazza avventura in italia, e individuò tutte le debolezze e i punti forti della potenza romana. Sfruttare le prime e scardinare i secondi fu il suo tentativo, e non fu del tutto colpa sua se non riuscì a condurre a compimento le sue intenzioni.
Ma dedicheremo un altro post a studiare in dettaglio la strategia Annibalica. Oggi ci limiteremo ad analizzare l'arma che diede ad Annibale la supremazia militare per molti anni sui campi di battaglia, e che fece tremare Roma: la cavalleria numidica.
Con la fuga da Tiro nell'VIII sec. a.C. e la fondazione di Cartagine, i futuri dominatori del Mediterraneo si erano isolati in un territorio del quale sapevano solo ciò che i loro traffici avevano permesso di conoscere. I nuovi vicini sarebbero stati amichevoli? Ostili? Dalla loro avevano l'abilità mercantile, il numero era contro di loro.
Non fa meraviglia, dunque, se l'esercito cartaginese fosse tradizionalmente un esercito composto in gran parte da mercenari che sopperivano per denaro alle necessità difensive della città. Tra questi vicini, i numidi erano massimamente versati nella cavalleria.
Parole chiave:
Annibale,
cavalleria,
Cultura,
I Signori dei Cavalli,
Numidi,
Roma,
Storia
Località:
Capua CE, Italy
sabato 4 aprile 2015
La Cavalleria a Roma
Dopo il post di sabato scorso, cominciamo a confrontare le diverse forze che incontreremo nel romanzo I signori dei cavalli, partendo da coloro che infine riuscirono vincitori dal conflitto: i Romani.
I signori dei cavalli ha come motivo portante la ricerca e la riscoperta della cavalleria, ed è stato sorprendente trovare episodi che sembrano presi dalle chansons de geste piuttosto che da autori classici, come le sfide a duello in singolar tenzone, con tanto di lancia, tra cavalieri romani e capuani.
Ma prima di addentrarci in tali stranezze, è bene fare un quadro chiaro della cavalleria all'epoca dei fatti narrati: quanto era importante negli eserciti? Che ruolo aveva? Chi erano i cavalieri?
I signori dei cavalli ha come motivo portante la ricerca e la riscoperta della cavalleria, ed è stato sorprendente trovare episodi che sembrano presi dalle chansons de geste piuttosto che da autori classici, come le sfide a duello in singolar tenzone, con tanto di lancia, tra cavalieri romani e capuani.
Ma prima di addentrarci in tali stranezze, è bene fare un quadro chiaro della cavalleria all'epoca dei fatti narrati: quanto era importante negli eserciti? Che ruolo aveva? Chi erano i cavalieri?
Parole chiave:
alleati,
Annibale,
Bibliografia,
cavalleria,
Critica,
Cultura,
I Signori dei Cavalli,
Roma,
Storia
Località:
Capua CE, Italy
mercoledì 1 aprile 2015
I signori dei cavalli - Dedica
È naturale, credo, voler dedicare un proprio sforzo, ciò che si ritiene di aver ben compiuto, a qualcuno che amiamo.
Come ho dedicato Neapolis - Il richiamo della Sirena a mia moglie e mia figlia, dedico I signori dei cavalli al mio secondogenito.
Con la speranza che un giorno possa capire e applicare tutti i buoni insegnamenti che un padre può cercare di dare a un figlio.
Come ho dedicato Neapolis - Il richiamo della Sirena a mia moglie e mia figlia, dedico I signori dei cavalli al mio secondogenito.
A Gabriele
Frutto a sorpresa della mia gioventù egoista,
riccioli di sole, riso scoppiettante,
Alexandrós, potenza della Natura,
domatore del tumulto che ho nel petto,
cresci in fortezza di spirito e saggezza!
Cresci in amore e generosa allegrezza!
Non temer nulla, né perdita, né fortuna:
tutto è illusione, ma l'amore eterno dura.
Con la speranza che un giorno possa capire e applicare tutti i buoni insegnamenti che un padre può cercare di dare a un figlio.
Parole chiave:
I Signori dei Cavalli,
Intro,
Personale
Località:
Capua CE, Italy
sabato 28 marzo 2015
Hegeas Hipparchos
Giunto reduce da Canne vittoriosamente, Annibale tenta di assalire una città della costa, Neapolis, tentando di far cadere in un'imboscata le difese della polis.
L'anno è il 216 a.C., 30'000 uomini al comando del Cartaginese hanno fatto a pezzi un esercito monstre di 80'000 tra romani e alleati in una sola giornata nonostante, è bene ricordarlo, ci siano voluti ben otto mesi al Punico per prendere Sagunto, con tutti i rinforzi e le macchine d'assedio delle quali disponeva in Spagna. Quest'osservazione serva a mettere nella giusta luce la differenza che c'era all'epoca tra una battaglia campale e un assedio.
Invece di restare al sicuro dietro le mura (a lasciar cader pietre sugli assedianti), il comandante di cavalleria di Neapolis, al quale saranno rimasti sì e no trecento uomini, visto che molti erano caduti nelle precedenti battaglie dei Romani contro lo stesso nemico noto per astuzia, tecnica e consistenza numerica, si getta all'inseguimento di un gruppo di Numidi che fanno finta di saccheggiare il contado neapolitano, inoltrandosi “incautamente” (è il commento di Tito Livio che abbiamo riportato nello scorso post) in una serie di strade molto profonde (che lui, da comandante di quella stessa città, ovviamente non conosce…) poste a Nord della polis.
Vistosi perduto, invece di tornare verso la polis, il drappello supera gli acquitrini a oriente della stessa per cercare salvezza sulle imbarcazioni dei pescatori che in quel momento erano nel mare…
L'anno è il 216 a.C., 30'000 uomini al comando del Cartaginese hanno fatto a pezzi un esercito monstre di 80'000 tra romani e alleati in una sola giornata nonostante, è bene ricordarlo, ci siano voluti ben otto mesi al Punico per prendere Sagunto, con tutti i rinforzi e le macchine d'assedio delle quali disponeva in Spagna. Quest'osservazione serva a mettere nella giusta luce la differenza che c'era all'epoca tra una battaglia campale e un assedio.
Invece di restare al sicuro dietro le mura (a lasciar cader pietre sugli assedianti), il comandante di cavalleria di Neapolis, al quale saranno rimasti sì e no trecento uomini, visto che molti erano caduti nelle precedenti battaglie dei Romani contro lo stesso nemico noto per astuzia, tecnica e consistenza numerica, si getta all'inseguimento di un gruppo di Numidi che fanno finta di saccheggiare il contado neapolitano, inoltrandosi “incautamente” (è il commento di Tito Livio che abbiamo riportato nello scorso post) in una serie di strade molto profonde (che lui, da comandante di quella stessa città, ovviamente non conosce…) poste a Nord della polis.
Vistosi perduto, invece di tornare verso la polis, il drappello supera gli acquitrini a oriente della stessa per cercare salvezza sulle imbarcazioni dei pescatori che in quel momento erano nel mare…
Parole chiave:
Annibale,
Bibliografia,
Campania,
Collegamenti,
Critica,
Cultura,
Hegeas,
I Signori dei Cavalli,
Luoghi,
Neapolis,
Personaggi,
Senofonte,
Storia,
Trama
Località:
Capua CE, Italy
mercoledì 25 marzo 2015
Come è nato “I signori dei cavalli”
La fonte principale sull'assalto di Annibale a Neapolis è ancora una volta Tito Livio. Leggiamo il passo XXIII, 1 del suo Ab Urbe Condita per avere una prima versione dei fatti.
Subito dopo la battaglia di Cannae e la cattura e il saccheggio dell'accampamento romano, Annibale lasciò l'Apulia alla volta del Sannio, in seguito all'invito ricevuto da un tale chiamato Stazio Trebio, che aveva promesso di consegnargli Compsa se avesse visitato il teritorio degli Irpini.
[…] Lì Annibale lasciò tutto il bottino e il bagaglio, poi divise l'esercito in due divisioni, diede a Magone il comando di una e mantenne l'altra per sé. […] Lui stesso marciò attraverso il distretto campano verso il Mare Inferiore (il Tirreno) prevedendo di aggredire Neapolis in modo da avere una città accessibile dal mare.
Entrato nei confini di Neapolis, pose alcuni dei suoi Numidi in imboscata ovunque lo ritenesse conveniente, perché lì le strade sono per la maggior parte profonde, con molti tornanti nascosti. Agli altri ordinò di cavalcare fino alle porte conducendo innanzi a loro ostentatamente il bottino che avevano raccolto nei campi.
Siccome sembravano una forza piccola e disorganizzata, una truppa di cavalleria venne loro incontro, che fu attratta dai Numidi in ritirata nell'imboscata e circondata.
Non si sarebbe salvato un solo uomo se non fosse stato per la vicinanza del mare e per alcune imbarcazioni, per lo più da pesca, che essi videro non lungi dalla riva e che fornirono una via di fuga a coloro che erano buoni nuotatori.
Molti giovani nobili, comunque, furono presi o uccisi nello scontro, tra essi Hegeas, il comandante della cavalleria, che cadde mentre inseguiva troppo incautamente il nemico che si ritirava.
L'aspetto delle mura distolse il Cartaginese dall'attacco della città: esse non offrivano alcun appiglio per un assalto.
Parole chiave:
Annibale,
Bibliografia,
Critica,
Cultura,
Hegeas,
I Signori dei Cavalli,
Intro,
Luoghi,
Neapolis,
Personaggi,
Storia,
Trama
Località:
Capua CE, Italy
domenica 22 marzo 2015
Annibale (e non ce lo volevo)!
Quando ho scritto Neapolis - Il richiamo della Sirena speravo ardentemente che, nell'affrontare eventuali futuri romanzi, non avrei mai dovuto confrontarmi con personaggi storici di grande rilevanza.
Per uno scrittore, il personaggio importante è difficile da trattare in un romanzo che parla d'altro (le mie opere hanno come obiettivo la storia di Napoli) perché tende a manipolare l'azione, ad accentrare l'attenzione su di sé, tende a diventare l'oggetto unico della curiosità del lettore che dimentica il resto.
Poi ci sono i motivi squisitamente storici: di un personaggio famoso tutti sanno tutto ma, soprattutto, ciascuno ha una propria idea, una propria opinione, e il margine per romanzare la sua azione viene terribilmente assottigliato, quando non scompare del tutto. Insomma, una bella gatta da pelare, con la quale non mi volevo assolutamente confrontare.
Per uno scrittore, il personaggio importante è difficile da trattare in un romanzo che parla d'altro (le mie opere hanno come obiettivo la storia di Napoli) perché tende a manipolare l'azione, ad accentrare l'attenzione su di sé, tende a diventare l'oggetto unico della curiosità del lettore che dimentica il resto.
Poi ci sono i motivi squisitamente storici: di un personaggio famoso tutti sanno tutto ma, soprattutto, ciascuno ha una propria idea, una propria opinione, e il margine per romanzare la sua azione viene terribilmente assottigliato, quando non scompare del tutto. Insomma, una bella gatta da pelare, con la quale non mi volevo assolutamente confrontare.
Parole chiave:
Annibale,
Bibliografia,
Campania,
Critica,
Cultura,
Hegeas,
I Signori dei Cavalli,
Intro,
Kampanon,
Kapu,
Luoghi,
Neapolis,
Personaggi,
Personale,
Racconti della Caduta,
Storia,
Trama
Località:
Capua CE, Italy
giovedì 19 marzo 2015
Neapolis - I signori dei cavalli
Cari tutti, questo è l'ultimo post! O forse è il primo?
Due anni fa, con Parthenope, nasceva un blog che illustrava i retroscena della stesura di Neapolis - Il richiamo della Sirena, il mio primo romanzo, dedicato alla storia della città di Napoli. Da diverso tempo, mio malgrado, ho dovuto interrompere la pubblicazione di nuovi post: trasloco dall'Olanda, nuovo romanzo, altre ed eventuali…
È giunto così il momento di dare l'annuncio: Neapolis - I signori dei cavalli, la mia seconda opera, è prossima alla pubblicazione!
Due anni fa, con Parthenope, nasceva un blog che illustrava i retroscena della stesura di Neapolis - Il richiamo della Sirena, il mio primo romanzo, dedicato alla storia della città di Napoli. Da diverso tempo, mio malgrado, ho dovuto interrompere la pubblicazione di nuovi post: trasloco dall'Olanda, nuovo romanzo, altre ed eventuali…
È giunto così il momento di dare l'annuncio: Neapolis - I signori dei cavalli, la mia seconda opera, è prossima alla pubblicazione!
Parole chiave:
I Signori dei Cavalli,
Intro
Località:
Capua CE, Italy
Iscriviti a:
Post (Atom)
Collaborazioni
Historia Regni
- 19/06/2018 - Neapolis ultima città greca
- 05/06/2018 - Neapolis, Syrakousai e la Sirena di Diotimo
- 13/05/2018 - La Nascita di Neapolis
- 01/05/2018 - Gli Etruschi e Cuma
I Più Letti del Mese
-
Uno dei tratti caratteristici di una storia ben scritta è, a mio avviso, la profondità della stessa. Con ciò, intendo indicare tutti quegli ...
-
Dopo aver tanto parlato di Romani e Greci, all'ora di comprendere l'entità del pasticcio nel quale Neapolis, permettendo ad uno stan...
-
Come già anticipato altrove, la nostra principale fonte di informazioni sulla guerra tra Roma e Neapolis è uno scrittore “nemico”: Tito Livi...
-
Non si può parlare della cavalleria romana e denigrarla, per scarsa che fosse la sua consistenza e la sua capacità militare, senza confronta...
-
Nonostante la comune credenza che la società greca fosse estremamente maschilista, una delle sue divinità principali era Demetra. Chiamata C...